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sabato 28 novembre 2009

Piano Marketing dei Nuovi prodotti: Come valutare gli investimenti seconda parte

Nel processo di lancio di un nuovo prodotto, uno step importante è decidere quale tipo di idea veramente lanciare, comparando i risultati con una serie di strumenti.

Quando si lanciano nuovi prodotti è fondamentale, quindi, valutare gli investimenti per cogliere la convenienza o o meno ad investire nel progetto.

La valutazione degli investimenti è quell'attività che viene effettuata per verificare l'impatto che un determinato progetto di investimento ha sull'azienda, dove per progetto di investimento si intende un'insieme di attività in cui vengono impiegate disponibilità liquide (costo dell'investimento) con l'obiettivo di conseguire ,in contropartita, un flusso di benefici futuri complessivamente superiori ai costi sostenuti.
Il problema che viene affrontato dalla valutazione degli investimenti è, nella sostanza un problema di scelta: ogni azienda deve, infatti, prendere delle decisioni d'investimento, dirette ad allocare, ai soli progetti che “creano valore”, le risorse disponibili.

Il costo di un investimento è dato dai flussi finanziari in uscita, o minori flussi in entrata; analogamente i benefici ad esso associati sono costituiti da flussi finanziari in entrata, ovvero a minori flussi in uscita. In questo modo un'operazione d'investimento può essere rappresentata da una successione (stimata) di future entrate ed uscite monetarie denominata “flusso di cassa”.

Per il lancio di un nuovo prodotto i costi di investimento riguardano soprattutto le attrezzature e le spese di pubblicità.

Altro fattore determinante nella valutazione degli investimenti è il tempo : la rilevanza del fattore tempo dipende da un effetto di carattere finanziario che lo lega al valore del denaro e secondo cui, a parità di altre condizioni, ad un allungamento dei tempi di rientro delle risorse investite in un progetto corrisponde una contrazione dei benefici di ordine finanziario.

Ulteriore elemento essenziale del processo di valutazione è il tasso d'interesse. Il tasso d'interesse al quale si attualizzano i flussi finanziari (in entrata e in uscita) è denominato costo opportunità del capitale perché rappresenta un'alternativa alla quale si rinuncia per intraprendere il particolare progetto d'investimento analizzato

Abbiamo detto che i principali strumenti di valutazione per chiunque voglia cimentarsi con il lancio di un nuovo prodotto o servizio sono il valore attuale netto (VAN), il tasso interno di rendimento (TIR), il Pay-Back Period, e, per certi versi, anche l’analisi di Break-Even (punto di pareggio).

Nel precedente post abbiamo parlato del VAN; in questo articolo tratteremo del TIR , del Pay-Back Period e del BEP.

Il Tasso Interno di rendimento (Tir)
Il Tasso Interno di Rendimento consiste in un indice di redditività finanziaria di un investimento. E' il tasso composito annuale di ritorno effettivo che un investimento genera.

In generale, un progetto andrebbe perseguito quando il Tir risulta essere maggiore del costo opportunità del capitale per quel progetto di investimento, o di un altro tasso preso a riferimento: tasso scelto secondo considerazioni inerenti lo specifico investimento.

Matematicamente il Tir è definito come il tasso di attualizzazione che rende il valore attuale netto di una serie di flussi di cassa pari a zero.

Per cui il Tir si calcola risolvendo l'equazione del Van con i tale che il valore del Van sia pari a zero.
Van= - C0 + C1/1+i + C2/(1+i)²+...Cn/(1+i)ⁿ = 0

In un senso il tasso i rappresenta il costo massimo finanziario (debito e capitale) che l'azienda può assumere in relazione al progetto.

Il Tir ha alcuni limiti di utilizzo poiché:
- non rappresenta, da solo, un idoneo strumento che consente di misurare l'effettiva desiderabilità di un investimento, in quanto non considera il confronto tra progetti in termini di valore attuale netto creato, ma solo il rendimento percentuale;
- il Tir potrebbe in alcuni casi fornire soluzioni multiple;
- il Tir non fornisce risposte affidabili in casi di “iper leverage”, dove il costo di default nelle prime fasi è alto, mentre si riduce nelle fasi avanzate del progetto.

Il Pay-Back PeriodIl Pay-Back Period o Tempo di Rimborso è considerato il metodo più semplice per osservare uno o più progetti di investimento. Tale tecnica è basato sul recupero del costo degli investimenti.

Il Pay-Back Period rappresenta il tempo necessario affinché il progetto recuperi il suo costo iniziale.
La formula per calcolarlo è la seguente:
Pbp = Costi del Progetto / Flussi di Cassa positivi annuali

Questo metodo ha certamente la virtù di essere facile da computare e facile da capire, ma questa semplicità gli conferisce alcune debolezze; ci sono almeno due problemi importanti connessi con il modello del Tempo di Rimborso, infatti:
1. ignora tutti i benefici che si presentano dopo il Pay-Back Period, non misura i redditi totali;
2. ignora il valore dei soldi nel tempo.

La Break-Even AnalysisL'Analisi del Punto di Pareggio rappresenta uno strumento di analisi, programmazione e controllo delle stime delle variabili:
- costi fissi,
- costi variabili,
- profitto

connessi con l'investimento.
L'obiettivo è quello di individuare il volume di vendite in corrispondenza del quale i ricavi coprono integralmente i costi totali di gestione.

In formula:
R = P*Q
CT = CF+CV
P*Q = CF+Cvu*Q
Q*= CF/P – Cvu
dove:
Q*= Quantità di pareggio
P = Prezzo
R = Ricavi
CT = Costi Totali
CF = Costi Fissi
CV = Costi Variabili
Cvu = Costi Variabili Unitari

Il Punto di Pareggio corrisponde al volume di produzione in corrispondenza del quale si ottiene l'uguaglianza tra costi totali e ricavi totali. L'impresa comincia a conseguire profitti per volumi di vendita dopo il punto di pareggio.

I punti di forza di questo metodo risiedono nella individuazione di scenari diretti a prevedere l'impatto che eventuali decisioni di investimento possono provocare sulla economicità aziendale e sul volume minimo di produzione, e nell'identificazione del grado di rigidità dell'azienda e quindi del rischio associato alla dimensione dei costi fissi.

Alla prossima.

Antonio Ferrandina
Marketing Specialist

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