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giovedì 25 maggio 2017
MARKETING PER IL NO PROFIT, COME USARE IL 5 X 1000
Antonio Ferrandina è un noto esperto di marketing e
comunicazione. Ha pubblicato per Franco Angeli il testo Marketing 2.0 per il non profit ed è autore, con Silvia Vianello del libro,
Il Marketing Omnicanale. Tecnologia e Marketing a supporto delle Vendite, in pubblicazione, sempre per
Franco Angeli.
Cosa contraddistingue la comunicazione che ha come obiettivo
l'assegnazione del 5x1000?
R. Obiettivo
di una campagna 5x1000 è quello di ottenere la donazione da parte dei
contribuenti di una quota delle imposte dovute in sede di dichiarazione dei
redditi. Il beneficiario delle donazione è, in genere, una ONLUS, che come tale si qualifica come una
associazione/fondazione che lavora su 2 fronti:
un Mercato Primario, che comprende destinatari dei prodotti/servizi,
soprattutto privati cittadini, in particolari condizioni di disagio, e un Mercato Secondario, con finanziatori, amministrazioni
pubbliche, privati cittadini, aziende e fondazioni; prestatori
d’opera, privati cittadini volontari, ma anche collaboratori esterni; opinion leader (in alcuni casi).
E’ evidente che per poter concorrere, come
tante altre ONLUS, al Mercato Secondario dei finanziamenti, l’associazione deve
essere percepita come meritevole e quindi comunicare il valore aggiunto
scaturente nel sostenere l’attività; valore aggiunto che, non essendo di natura
monetaria e in ogni caso, misurabile, deve essere “venduto” come sistema di
valori personali. La comunicazione deve pertanto muoversi lungo tale direttrice
La specificità dell'obiettivo finale, ossia indurre la
persona a indicare l'associazione X come destinataria del suo 5x1000, richiede
un tipo di comunicazione diverso dalla classica comunicazione di fundraising
(SMS benefici, numeri verdi, ecc) delle associazioni non profit?
R. La principale caratteristica
della donazione 5x1000 è che, a differenza delle altre, legate a specifici
obiettivi (ad esempio: sostegno di una campagna di realizzazione di pozzi di
acqua in Africa, contributo a una manifestazione di Banco Alimentare) è
generale e generica. Ci si limita, infatti, a
richiedere un contributo
economico, ma senza
specificare per quale causa sia
destinato, dando, talvolta, per scontato che l’organizzazione sia già
conosciuta. In sostanza si chiede un atto di fede, un sostegno al brand della ONLUS. E questo è più
difficile, ancorché la destinazione del 5x1000 non comporti una spesa reale per
il contribuente, e pertanto sia più
sostenibile psicologicamente per il donatore , rispetto a una campagna ad hoc,
in cui vi è un reale esborso di denaro.
2) A suo avviso quali sono le campagne 5x1000 che funzionano
di più? (E perché)? Se ci potesse fare qualche esempio...
R. In genere le campagne che funzionano
di più sono quelle delle grandi organizzazioni, perché hanno più risorse, si
servono della consulenza di agenzie di marketing e comunicazione e utilizzano,
spesso, il supporto delle immagini, dei video e degli spot televisivi e
talvolta di noti testimonial
(sportivi, gente dello spettacolo).
Pensiamo, ad esempio all’Avis, Emergency, Medici senza frontiere, Lega del Filo d’Oro.
3) Visto dall'esterno, quello del 5x1000 mi sembra un "terreno di
scontro" estremamente competitivo per le associazioni, dato il numero di
quelle che concorrono. A suo avviso c'è spazio anche per le associazioni più
piccole, o queste non hanno possibilità contro i colossi come Emergency, Medici
senza Frontiere, ecc. magari grazie a forme di comunicazione meno costose
rispetto agli spot tv ma più "controllabili" come Google AdWords,
Facebook, ecc?
R. Nel 2015 sono stati più di cinquantamila gli enti non profit che si sono
iscritti alle liste degli aspiranti beneficiari del 5 per mille, ma pochi hanno
investito su una campagna di comunicazione in grado di richiamare preferenze.
Inoltre, alcune ricerche hanno evidenziato che il 40% dei contribuenti non pone
la propria firma sul 5×1000 ,lasciando tale opzione inespressa, forse perché
non hanno ricevuto adeguate motivazioni.
Vi è quindi ancora molto da fare, anche per
le piccole organizzazioni. Un uso accorto e intelligente del Digital
Marketing Tradizionale e dei Social Media è oggi una opportunità per tali
piccole ONLUS, perché connettersi al Web Sociale è diventato fondamentale. Un
errore piuttosto comune è quello di limitare le proprie attività social
all’interno delle piattaforme più note (Facebook, Twitter, LinkedIn). E
essenziale invece differenziare la presenza on line, chiarendo bene la mission
della ONLUS, gli obiettivi che si pone e rendendo il più possibile vicina l’associazione agli utenti.
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